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26 Jun
26Jun

Si avvicina la data spartiacque per l’Assegno Unico 2024. Il punto chiave è l’ISEE, ossia il rinnovo delle Dsu rispetto a quelle del 2023, nel caso in cui le famiglie che stanno comunque ricevendo l’Assegno non abbiano ancora presentato l’indicatore economico aggiornato, cosa che avranno comunque la possibilità di fare entro il 30 giugno e che darà la possibilità ai genitori di ricevere gli arretrati dell’Assegno (a partire da marzo, mese in cui scattano le nuove annualità della prestazione INPS) in proporzione alla loro reale fascia economica. Contrariamente, cioè senza presentare l’ISEE 2024, continuerebbero a ricevere la misura mensile minima da 50 euro. 

L’Assegno Unico, di per sé, è una misura che spetterebbe anche a prescindere dall’ISEE, basta infatti che in una famiglia ci siano dei figli a carico fino a 21 anni (dai 22 anni in su ripartono invece le normali detrazioni sui carichi fiscali). Al tempo stesso, però, è una prestazione che viene erogata anche in misura mobile a seconda dello scaglione economico in cui si colloca il nucleo, e questo si evince appunto dall’ISEE, ragion per cui se la famiglia richiedente l’Assegno non allega l’ISEE alla domanda, l’INPS pagherà l’importo mensile minimo da 50 euro.


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Assegno Unico: perché fare l’ISEE entro il 30 giugno

Presentare dunque l’ISEE entro il 30 giugno (se già non lo si è fatto) fa tutta la differenza del mondo, perché vorrebbe dire assicurarsi le maggiori quote arretrate di assegno relative al periodo da marzo fino a giugno stesso. Se invece l’ISEE fosse presentato dopo il 30 giugno, e fosse di valore inferiore alla soglia di 40.000 euro (dopo i 40.000 spetta comunque la misura minima), l’Assegno verrebbe sì erogato nella sua misura corretta, parametrata cioè allo scaglione della famiglia, ma solo a partire dal momento in cui la DSU ISEE verrà effettivamente presentata; in altre parole si perderebbe il diritto alle maggiori quote di marzo-giugno.


Volendo ipotizzare un caso pratico: una famiglia con due bambini che ha fatto regolare domanda di assegno a marzo 2024, ma senza essere in possesso di un ISEE valido, e che finora ha beneficiato per ciascun figlio dell’importo minimo da 50 euro al mese, se ad esempio presentasse un ISEE di 24.000 euro entro il 30 giugno, avrebbe diritto a un importo di 129,5 euro al mese per ciascun figlio (ovvero la quota che spetta per la fascia da 24.000 a 24.100), quindi complessivamente 159 euro in più al mese (79,5 euro di maggior quota per figlio) che moltiplicati per 4 mensilità (marzo-aprile-maggio-giugno) sarebbero 636 euro in più di arretrati. Una bella differenza. 








FONTE: Caf acli

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