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02 Apr
02Apr

La perdita d’esercizio è il risultato negativo dell’attività aziendale e se dal bilancio risultano perdite, cumulando quelle dell’esercizio chiuso al 31.12.2023 con quelle degli esercizi precedenti, gli amministratori si trovano a dover valutare l’ammontare delle stesse in relazione al patrimonio sociale al fine di verificare se debbano essere attivate le misure di salvaguardia previste dal Codice civile. E' bene sottolineare che le norme stabilite per le società di capitali prevedono un capitale sociale minimo, cosa invece non prevista per le società di persone.


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Le norme emergenziali avevano derogato alle misure di salvaguardia del capitale sociale ed era stato possibile applicare una serie di deroghe alle norme di salvaguardia dettate dal codice civile, per i bilanci 2023 tornano ad applicarsi le le tutele della integrità del patrimonio, a garanzia dei creditori sociali.Nel dettaglio, torna la piena applicazione della disciplina ordinaria della riduzione del capitale sociale per perdite, così come prevedono le disposizioni fissate dagli artt. 2246, 2447, 2482-bis e 2482-ter del codice civile.La disposizione dell’art. 6, dl 23/2020 (decreto liquidità), convertito nella legge 40/2020, e riferita alle perdite emerse nell’esercizio in corso alla data del 31 dicembre 2020, è stata in seguito oggetto di estensioni. Il decreto Milleproroghe 2022 ha esteso l’applicabilità delle disposizioni per gli esercizi in corso al 31/12/2021. Il Milleproroghe 2023 ha ulteriormente esteso l’applicabilità delle disposizioni per gli esercizi in corso al 31 dicembre 2022.La chiusura dei conti al 31 dicembre dell’esercizio 2023 richiede ora di tornare alla piena applicazione della disciplina della riduzione del capitale sociale per perdite prospettando una situazione dove occorre distinguere tra:

  • imprese che non hanno beneficiato delle deroghe normative,
  • imprese che hanno rinviato la copertura delle perdite grazie a tali deroghe.

Le prime imprese si troveranno in una condizione ordinaria, ovvero il patrimonio netto sarà interessato dalla sola perdita dell’esercizio 2023, valutando l’entità della perdita e la conseguenza sul patrimonio netto.


Le seconde imprese dovranno osservare l’entità della perdita del 2023 in relazione al patrimonio netto già gravato dalle perdite iscritte e sospese relative agli esercizi 2020, 2021 e 2022. 

In questo contesto, è determinante, per la scelta del trattamento delle perdite, il collegio sindacale e/o il revisore delle società, a questi soggetti, ricordiamolo, sarà richiesto di esprimere un parere circa il rischio di perdita della continuità aziendale dell’impresa, che risulterà dalla relazione di accompagnamento del bilancio al 31 dicembre 2023.







FONTE: Fisco e tasse 


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